Collection Pier Paolo Pasolini
Collection Pier Paolo Pasolini
Una collection dedicata a Pier Paolo Pasolini. Nato a Bologna il 5 marzo 1922, Pasolini, poeta, scrittore, regista, pittore e giornalista, è stato uno degli intellettuali più influenti e controversi della cultura italiana del Novecento. Da attento osservatore delle evoluzioni della società italiana dal dopoguerra in poi, ha spesso sollevato numerose polemiche per le sue opinioni critiche sui cambiamenti in atto in quegli anni, dalla critica alla decadenza della borghesia, al consumismo e perfino al movimento del Sessantotto, esplorati e messi in discussione all’interno delle sue opere.
Accattone (1961) – Vittorio, detto Accattone, è un ladruncolo della periferia romana. Dopo essersi innamorato di una ragazza che intendeva derubare, cercherà più volte di rigare dritto, ricascando continuamente nella sua vecchia vita. Esordio di Pasolini dietro la macchina da presa, un ritratto duro e spietato del proletariato romano, senza speranza e impossibilitato a sfuggire alla propria condizione, ma pur sempre dotato di una sua dignità e valore umano. Considerata la trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari, la pellicola è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare.
Ro.Go.Pa.G. – episodio La ricotta (1963) – Terza parte del film a episodi girato in collaborazione con Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard e Ugo Gregoretti. Stracci, comparsa in un film sulla passione di Cristo nei panni di un ladrone, è un uomo povero e costantemente affamato, che dopo aver rinunciato al pranzo offertogli dalla produzione per sfamare la sua famiglia, farà di tutto per trovare un pasto sostitutivo. Celebre nel corto è anche il ruolo di Orson Wells nei panni del regista. Per questo episodio, Pasolini venne condannato per vilipendio della religione ma la pena detentiva non fu scontata per intervenuta amnistia; la pellicola tornò sugli schermi con modifiche del sonoro e alcuni tagli, oltre alla modifica della didascalia iniziale e della considerazione finale di Orson Welles, che in origine recitava «crepare è stato il suo solo modo di fare la rivoluzione». Grolla d’oro per la Miglior regia a Pier Paolo Pasolini.
La rabbia (1963) – Documfilm in due parti nato dalla volontà del produttore Gastone Ferranti di realizzare un’opera che si avvalesse del punto di vista politicamente opposto di due dei più grandi intellettuali dell’epoca: Pasolini e Giovannino Guareschi, che girano rispettivamente la prima e la seconda parte. Realizzato tramite immagini di repertorio del cinegiornale “Mondo Libero” e da archivi di vari paesi, il film che ne deriva è un documentario lucido e fortemente critico sui fenomeni e conflitti sociali e culturali del mondo contemporaneo ormai considerato “senz’anima”.
Il Vangelo secondo Matteo (1964) – Fedele adattamento cinematografico del Vangelo secondo Matteo, che ripercorre la storia di Gesù dall’annunciazione fino alla resurrezione. Pasolini evidenzia il lato più umano di Cristo, capace di compassione con i fedeli ma anche di rabbia contro i falsi e gli ipocriti che sfruttano la religione per fini politici. Trattando in maniera antidogmatica un argomento di carattere religioso, l’opera scatenò un aspro confronto intellettuale sulla stampa, proseguendo le non sopite polemiche per le accuse di vilipendio della religione e per i forti interventi censori che avevano condizionato l’uscita dell’episodio de La ricotta. Leone d’Argento – Gran Premio della giuria e Premio OCIC alla 25ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, tre Nastri d’argento al Miglior regista, Migliore fotografia e Migliori costumi e tre candidature ai Premi Oscar.
Uccellacci e uccellini (1966) – Un viaggio grottesco e surreale, lungo il quale il maestro Totò (nel suo ultimo film come protagonista) e il giovane Ninetto Davoli vagano insieme a un corvo parlante, archetipo dell’intellettuale di sinistra. Tra incontri simbolici e dialoghi filosofici, il film intreccia critica sociale e politica, restituendo uno spaccato ironico e visionario dell’Italia dell’epoca. Totò fu insignito con una menzione speciale al Festival di Cannes del 1966. Il film ottenne anche Nastro d’argento al migliore attore protagonista (Totò) e uno al migliore soggetto originale scritto dallo stesso Pasolini. Totò ricevette anche il Globo d’oro al miglior attore. Il film è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.
Edipo Re (1967) – Pasolini scrive e dirige un’autobiografia dietro la maschera dell’omonima tragedia di Sofocle, rielaborandolo in chiave personale e visionaria, esplorando temi universali quali il destino, il desiderio e il rapporto conflittuale tra padre e figlio. Con protagonista Franco Citti, è il primo lungometraggio a colori del regista ed è stato presentato in concorso alla 28ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Due Nastri d’argento al miglior produttore (Alfredo Bini) e alla migliore scenografia (Luigi Scaccianoce).
Porcile (1969) – Un’opera audace e provocatoria che esplora il conflitto tra l’individuo e la società attraverso una narrazione frammentata e simbolica. Un film scioccante di un regista ormai privo di speranza che mette a nudo l’essere umano per quello che è: un mostro pronto a divorare i suoi simili senza pietà.
Medea (1969) – Un’esperienza visiva straordinaria, caratterizzata da un approccio pittorico, con Maria Callas come protagonista. Con questo film Pasolini si affida nuovamente agli antichi miti greci per parlare delle criticità della società contemporanea.
Le mura di Sana (1971) – Cortometraggio documentario, girato in forma di appello all’UNESCO, volto a mettere in luce il degrado e sostenere la protezione della città di Sana’a e dei suoi inestimabili patrimoni artistici. L’appello di Pasolini fu accolto: nel 1986, per le sue preziose testimonianze artistiche, la città vecchia di Sana’a fu dichiarata patrimonio dell’umanità.